Falso ideologico e turbamento del regolare svolgimento delle elezioni: sono questi i gravissimi capi d’imputazione, che LaSpia.it è in grado di pubblicare in esclusiva, contestati all’indagato (e già coinvolto per brogli elettorali in passato) Corrado Cultrera, oggi consigliere comunale e marito del presidente del Consiglio comunale, Veronica Pennavaria.


E’ Corrado Cultrera che, in qualità di pubblico ufficiale (consigliere comunale uscente), ha certificato la sottoscrizione delle firme indispensabili per la presentazione della lista “Patto per Noto”.
Le firme, oltre ad apparire come “opera della stessa mano”, non sono state riconosciute dagli stessi sottoscrittori ma tranquillamente certificate dal Cultrera, poi eletto nella stessa lista insieme alla moglie.
Solo per fare qualche esempio pubblichiamo un estratto di firme dalla lista “Patto per Noto”.




Corrado Cultrera non è affatto nuovo a fatti del genere.
Come denunciammo un anno fa (LEGGI ARTICOLO), Corrado Cultrera venne arrestato nel 2002 per brogli elettorali.
All’epoca il gip di Siracusa, Vincenzo Di Domenico, firmò l’ordine di custodia cautelare in carcere, contestando al Cultrera l’articolo 90 della legga 570 del 1960: “per avere alterato l’esito delle elezioni amministrative”.
Per questa imputazione è stato condannato in primo e secondo grado, poi in Cassazione venne dichiarato il “non luogo a procedere” per prescrizione.
Nel caso dell’attuale indagine a carico di Corrado Cultrera, oltre allo stesso reato per cui Cultrera venne arrestato nel 2002 (l’articolo 90 della legga 570 del 1960: “per avere alterato l’esito delle elezioni amministrative”), al Consigliere comunale viene contestato anche il falso ideologico, in quanto – appunto – da pubblico ufficiale avrebbe certificato firme non vere (art. 479 c.p.).
Inoltre, e non è cosa da poco, l’indagato Corrado Cultrera avrebbe agevolato se stesso e la moglie con la falsificazione degli atti: la lista che ha certificato, “Patto per Noto”, infatti è la stessa lista in cui lui e la moglie sono stati eletti. Per di più la moglie, Veronica Pennavaria, dopo l’elezione nella lista in causa è stata chiamata a ricoprire lo scranno più alto della civica assise netina.
E’ chiarissimo come, se la lista “Patto per Noto” non avesse partecipato alle elezioni perché sprovvista dei requisiti di legge per la presentazione, le elezioni a Noto avrebbero avuto un altro risultato.
LA LISTA PATTO PER NOTO, LE “PRESENZE” DISCUTIBILI E L’APPOGIO DEI CLAN
Nella lista “Patto per Noto”, in occasione delle ultime elezioni amministrative, il primo dei non eletti, ma con un importante contributo ai fini dell’attribuzione dei due seggi per Pennavaria e Cultrera, è stato Sebastiano Pannuzzo (già con pregiudizi di Polizia).
Pannuzzo è fratello di Adriano, arrestato insieme a Daniele Mirmina Spatalucente (genero del boss Angelo Monaco), per una estorsione con cavallo di ritorno (LEGGI) a Noto.
Non solo ma a seguire, vogliamo offrire all’attenzione dei nostri lettori quello che appare come un dato di fatto, affinchè si possa singolarmente valutare (non volendo, però, rappresentare un’accusa, è bene precisarlo!).
Per il Pannuzzo, come da foto che mostriamo (che sono state inserite in maniera pubblica su Facebook), hanno fatto campagna elettorale (in occasione delle ultime elezioni amministrative) alcuni componenti della famiglia Trigila, come Valentina Di Raimondo, seconda moglie di Giuseppe Trigila (figlio di Corrado che oggi è in galera per mafia), oltre a Gianfranco Trigila (fratello del capomafia, Antonino Pinuccio Trigila, già coinvolto in operazioni di Polizia per mafia) ed alla moglie di quest’ultimo, Concita Vella.






Ed il clan dei “Caminanti”, zingari stanziali di Noto con un importantissimo ed unito pacchetto di voti, per chi ha fatto campagna elettorale? E’ questa un’altra delle domande a cui cercheremo di rispondere nei prossimi articoli.
Ritornando alle “firme false”, oltre alle responsabilità penali del Cultrera che, va ricordato, rischia il carcere per una “buona” manciata di anni, vi è la responsabilità più grave dell’alterazione del voto.
Il Sindaco Corrado Bonfanti, stimato professionista, fino ad oggi ha taciuto sulle nostre inchieste giornalistiche, ma adesso che uno dei suoi principali sostenitori viene indagato per così gravi reati, rimarrà in silenzio? E la Signora Pennavaria, eletta presidente del Consiglio grazie ad una lista con false sottoscrizioni certificate dal marito, non riterrà, in attesa di far chiarezza, di dimettersi?
Ed infine, i cittadini di Noto, i veri raggirati da questa vergognosa vicenda (e, lo ripetiamo, per la seconda volta dopo i fatti del 2002), non riterranno di indignarsi o rimarranno in silenzio certificando – loro si – tali delinquenziali comportamenti?
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